Il caso #AlfanoDimettiti: quando il newsmaking è vittima di un bot

#AlfanoDimettiti è stato l’hashtag politico delle scorse settimane. Un vero e proprio caso che ha influenzato il newsmaking dei media tradizionali. Dietro la sua diffusione sorprendente, una strategia di marketing politico troppo spinta e il contributo poco ortodosso di un’app gonfia numeri. Ma in termini di consenso elettorale, questo Boost informatico, ha raggiunto il suo obiettivo? Proviamo a scoprirlo servendoci di Politic Buzz e della netnografia, dopo aver indagato le conversazioni degli utenti di Twitter.

Come nasce #AlfanoDimettiti?

#AlfanoDimettiti diventa trend topic su Twitter il 16 novembre, con oltre 20.000 tweet. L’hashtag viene lanciato da Salvini sui social dopo alcune dichiarazioni del Ministro dell’Interno durante la trasmissione UnoMattina, dove attacca con durezza il leader leghista per le posizioni prese dopo l’attentato terroristico di Parigi.

La diffusione dell’hashtag e l’immediatezza con cui scala le vette del social network da 140 caratteri diventano in breve un caso politico rilevante che attira l’attenzione degli esperti. Il collettivo Gilda 35 indaga e rileva che la diffusione di questo hashtag è inquinata dalla presenza di un bot legato all’app Lega Nord Illustrator.

Il circuito del newsmaking al tempo di Twitter

I trend topic sono manipolabili? In qualche modo sì. Dal momento che l’azienda di San Francisco non ha ancora sviluppato anticorpi contro i “furbetti” proviamo ad entrare meglio nelle dinamiche che legano Twitter, il mondo dei social network e la comunicazione politica. Twitter è strategico per i politici. Tra le caratteristiche più funzionali c’è la disintermediazione, l’essere immediato e diretto, che lo ha reso uno dei principali canali di approvvigionamento delle notizie per gli addetti, che riescono a garantirsi un accesso veloce, facile ed economico alle dichiarazioni dei personaggi politici. Di solito, il circuito di newsmaking segue questa dinamica: una volta prodotto, il tweet viene rielaborato da TV e giornali e dà il via al dibattito e a nuove conversazioni sul social medesimo e oltre.

Informazione politica da Twitter ai Media Tradizionali

Quello che rende Twitter uno strumento ancora più potente, se ben utilizzato, è la capacità di influenzare l’agenda attraverso una facile visibilità ottenuta lavorando su topic specifici o creandone di nuovi (come nel caso di #AlfanoDimettiti). Se si riesce a finire nei trend topic, si ottiene un ritorno in visibilità enorme, sia in modo diretto, perché si parla in via diretta all’utente, attirando la sua attenzione su un topic specifico, sia indirettamente, agendo sul newsmaking, creando una “notizia” di interesse per i giornalisti. 

Trend topic, botnet e botnet-democracy: come riconoscerli?

Una delle strategie di web marketing e marketing elettorale più utilizzate in politica consiste nella capacità di pilotare i meccanismi di newsmaking. Nel caso di #AlfanoDimettiti, la strategia di marketing è stata portata avanti con metodi poco ortodossi, ma non è questo il cuore dell’analisi. La nostra attenzione è rivolta piuttosto all’assenza, nel passaggio ai media di informazione, di qualsiasi analisi qualitativa, l’unico approccio che può garantire un giudizio fondato su un fenomeno che si sviluppa sui social. #AlfanoDimettiti dimostra che l’analisi quantitativa non sancisce da sola la rilevanza di un topic rispetto a un potenziale elettorato/pubblico; alla luce della possibilità di indirizzare in modo distorto la diffusione di un tema, per considerare un topic “notiziabile”, l’analisi delle conversazioni che si sviluppano intorno ad esso diventa imprescindibile. Lo abbiamo fatto con #AlfanoDimettiti, analizzando 20.754 tweet: ecco i risultati.

#AlfanoDimettiti: “sotto il vestito niente”

L’intervento del bot Lega Nord Illustrator ha sicuramente dato un contributo decisivo nella fase di lancio dell’hashtag. L’app è per sua natura legata agli attivisti della Lega Nord. La prima considerazione che è emersa dalla nostra analisi qualitativa è che gran parte degli account legati all’app ha continuato a produrre tweet in maniera autonoma, sviluppando anche una propria narrazione.

Una volta diventato trend topic, l’hashtag ha comunque attivato conversazioni di utenti veri ed esterni al circuito dell’app:

Un altro elemento interessante è il ruolo dei media tradizionali, che fanno da cassa di risonanza. Dall’analisi delle correlazioni tra hashtag con #Alfanodimettiti, due tra i più popolari risultano essere #pomeriggio5 (45,9%)  e #quintacolonna (47,6%). Durante Pomeriggio5, sull’omonimo canale televisivo, era intervenuto Buonanno, mentre Quinta Colonna, di Rete4, aveva intervistato il ministro Alfano, e soprattutto aveva mandato in onda la clip di un ragazzo islamico che approvava gli attentati al Charlie Hebdo (opportunamente rilanciato da Salvini).

Se incrociamo questa evidenza con l’andamento temporale dell’hashtag (che il 17/11/2015 crolla vertiginosamente a 1.005 occorrenze) è chiara la spinta propulsiva nella diffusione che hanno dato le due trasmissioni.

#AlfanoDimettiti: quali sono i topic di discussione politica tra gli utenti?

Analizzando i tweet nel dettaglio, per quanto vi sia una narrazione spontanea degli utenti, tutto si apre e si chiude attorno al recinto di significati tracciato dal bot e da Matteo Salvini.

In pratica #AlfanoDimettiti si rivela una mera campagna di flame.

È presente un discorso sul nodo immigrazione, ma è un frame negativo che fa da sfondo, senza essere collegato davvero ad Alfano:  l’immigrazione è vista come minaccia capace di “conquistare”, “distruggere” e “annientare”, senza specificare il perché o rintracciare responsabilità politiche.

#AlfanoDimettiti: quale elettorato?

Abbiamo poi provato a rintracciare gli orientamenti politici presenti nel trend, oltre alla platea leghista, attivata chiaramente dall’app: sono presenti alcuni attivisti collegabili al Movimento 5 Stelle, ma è una nicchia ristrettissima (si parla di pochi tweet).  Questi non partecipano alla campagna di flame, perché si rifiutano di alimentare un hashtag lanciato da un “competitor” (da utenti allenati alle chiamate alle armi di Grillo, dimostrano più scaltrezza di tanti media), nonostante il nemico Alfano sia comune.

Tra gli account menzionati sono presenti: @pdnetwork e @NCD_tweet (e qualche politico dell’area). Sono menzionati, semplicemente, per essere attaccati dagli utenti leghisti. Non c’è traccia d’intervento, da parte di queste organizzazioni.

#AlfanoDimettiti: quali responsabilità ha Alfano?

L’ultimo elemento che abbiamo scelto per l’analisi è stata la nicchia di tweet che menzionavano Alfano in modo diretto, allo scopo di rintracciare argomenti di discussione, sul tema dimissioni, capaci di incidere in negativo sulla reputation online del Ministro.

La percentuale di tweet associata ad Alfano il 16 novembre, è pari a 2.862 tweet, quota irrilevante rispetto alle dimensioni del topic dimissioni. Alfano è connotato in modo negativo, ma nessuno dei temi rintracciati costruisce un discorso capace di condurre ad una richiesta di dimissioni. Abbiamo:

  • prese in giro e sfottò sulla comunicazione di Salvini
  •  riflessioni sull’ISIS

Tirando le somme la campagna social #AlfanoDimettiti ha garantito una certa visibilità a Salvini, ma dietro questo risultato non c’è traccia di un discorso politico o di un argomento di riflessione spendibile da Salvini stesso in chiave elettorale. Senza contare l’eventuale danno di credibilità che può derivare dalla vicenda del bot.

Ora tocca a voi: che idea vi siete fatti su questa modi (un po’ dopati) di fare marketing elettorale?

Estrazione dati e analisi di Salvio Kalamera

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