Perché un video diventa virale?

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Come realizzare un video virale? Come creare un video virale? Come rendere virale un video? Come creare un video virale? Esistono migliaia di post in rete sull’argomento. Un po’ tutti coloro che si avvicinano al mondo del marketing non-convenzionale lo fanno passando per la nozione di video virale. E le serp in questo caso sono piene di ottimi contenuti a riguardo.

L’ultimo autorevole contributo arriva direttamente dal trend manager di YouTube Kevin Allocca, che ha espresso durante un intervento al TED delle riflessioni profonde sui video che hanno successo in rete.
In particolare il succo del suo discorso orbita attorno a 3 motivi principali per cui un video diventa virale:

  1. Lanciatori di tendenze
  2. Comunità partecipativa e creativa
  3. L’inaspettato

Va detto che una riflessione interessanta Kevin Alloca la fa a monte, chiedendosi perché è importante che un video diventi virale? Al di fuori delle logiche commerciali, in cui un video virale è utile ad un brand per far girare il proprio nome e realizzare profitti, in termini culturali un video virale rende più facile la strada verso il successo.
Ed è indecentemente vero! Allocca cita Justin Biebier, io i casi italiani di Willwoosh e Clio. Due videoblogger che attraverso Youtube e il broadcasting del proprio talento sono divenuti noti al grande pubblico, ottenendo oggi il primo diversi ruoli in film italiani recenemente usciti in sala, la seconda la conduzione di un programma tv su Real time.
Chiunque di voi potrebbe diventare famoso su Internet entro sabato prossimo. Vengono caricati su YouTube più di 48 ore di video al minuto. E di questi, solo una piccola percentuale diventa virale e riceve tonnellate di visualizzazioni diventando un momento culturale. Allora come succede?” afferma e si chiede Allocca.

Perché allora diventa virale un video?

  1. Lanciatori di tendenze. Secondo Allocca, la viralità di un video può essere innescata da un influencer che ritwitta il video sul proprio account aggiungendo un commento e prendendo posizione. Gli influencer sono identificati come persone in grado di lanciare tendenze, in quanto hanno creato attorno a sé una community interessata alle nuove ed interessanti proposte che questi stakeholder della rete hanno da dire.
  2. Comunità partecipative e creative. Una volta che il video è stato lanciato, e rilanciato dagli influencer, è in mano alla comunità. Se questa è necessariamente creativa e votata alla partecipazione è fatta. Il video gira, se è predisposto alla riproducibilità genera parodie capaci di far letteralmente esplodere le sue visualizzazioni. Video come “Nyan Cat”, “Sweet Horse Lemonade” e “Friday” di Rebecca Black hanno generato un numero enorme di altri video correlati all’originale.
  3. Inaspettato. Idee sorprendenti e divertenti, che puntano magari a veicolare messaggi di sensibilizzazione sociale, stimolano l’utente perché offrono qualcosa a cui l’utente stesso non è preparato. E spesso tanto basta per indurlo alla condivisione.

“Cosa significa tutto questo?”

Domanda fondamentale a cui Alloca prova a dare una risposta:
“Lanciatori di tendenze, comunità partecipative creative, cose totalmente inaspettate, queste sono le caratteristiche di un nuovo tipo di media e un nuovo tipo di cultura a cui tutti possono accedere e in cui il pubblico ne decreta la popolarità. Insomma, come ho già detto prima, una delle più grandi star internazionali del momento, Justin Bieber, ha iniziato su YouTube. Nessuno ha dovuto approvare l’idea. E ora sentiamo di essere tutti proprietari della nostra cultura pop. Queste non sono caratteristiche dei vecchi media, e sono a malapena valide per i media di oggi, ma definiranno l’intrattenimento del futuro.”

Secondo voi è accettabile questo paradigma del video virale posto da Allocca? E’ realmente un nuovo punto di vista o è qualcosa di già sentito sul tema viralità? Questo di seguito è uno dei video virali più pregevoli dell’ultimo periodo. Vi stimola la condivisione? Risponde a queste 3 variabili poste da Kevin Allocca? Diteci la vostra tra i commenti 😉

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