Una semplificazione del Social Media Monitoring

cc Foto di Melvin Gaal

Monitorare le conversazioni sui Social Media è importante: ascoltare quello che si dice del brand ed essere reattivi alle richieste/dubbi/critiche dei propri pubblici in rete è ormai una priorità riconosciuta.
Il problema che si pone oggi non è tanto quello di riconoscere la necessità di ascoltare, e nemmeno quello di sapere in che modo ascoltare: molti tools, servizi, case studies di successo sono ormai triti e ritriti.

La domanda ora è più pragmatica: come utilizzare l’output prodotto dall’ascolto?

Quotidianamente vengono condivisi su Facebook 100 milioni di contenuti, vengono pubblicati 90 milioni di Tweet e vengono creati circa 50.000 nuovi blog.
Tutti questi contenuti spesso non hanno nessuna rilevanza per il brand. E’ necessario essere focalizzati nell’ascolto e non cadere nella trappola dell’overload informativo cui siamo facile preda oggi:

  • Stai monitorando i social media per il reputation management o per ragioni di customer service?
  • Vuoi fare business intelligence e raccogliere i feedback sul tuo brand?
  • Stai cercando di trovare conversazioni a cui partecipare per esporre il tuo brand a nuovi pubblici?
  • Vuoi tenere d’occhio i tuoi competitors?
  • Stai cercando di appagare il tuo ego? (Attenzione: questo è il modo più semplice per rimanere delusi)

Prima di tutto è necessario definire esattamente quello che vogliamo monitorare, iniziare focalizzati e un po’ alla volta.

Creare una watch list

Banalmente, iniziare con le cose più semplici per poi costruirci sopra qualcosa di più complesso è un’ottima cosa: primo step è quello di stilare una lista su un documento Word in cui inserire: il nome della società e di tutte le sue possibili varianti; i nomi delle persone più “importanti” della società e dei prodotti che la società produce. In questa fase è importante non esagerare includendo forzature o termini troppo generici altrimenti l’output sarà poco rilevante ai fini dell’analisi.
Ecco alcuni esempi di cosa potresti voler includere nella tua watch list:

  • Nome della società
  • Nomi dei prodotti
  • Nomi delle persone che ne fanno parte
  • Domain names e URLs che vengono utilizzati
  • Gestione degli account Social
  • Ecc.

Una volta che la watch list è stata creata, va fatta circolare tra i membri chiave della società per ottenere i loro feedback (così che tutti partecipino a rendere completa la watch list).
Fatte le modifiche necessarie, i termini individuati vanno inseriti su Google Alert. Questo tool fornisce anche un’opzione per visualizzare l’anteprima dei risultati di ciascun termine, permettendo così il riconoscimento dei termini più o meno rilevanti e quindi una relativa selezione.
Un’altra lista che può tornare utile è quella che comprende le risorse di news più rilevanti e gli influencers del mercato di riferimento del brand. Per farlo sarà sufficiente iniziare con quelli già noti, tenersi aggiornati e poi ricavarne di nuovi.
La watch list dei termini chiave e del mercato di riferimento è già di per sè in grado di fornire una fotografia di quello che succede sul mercato senza dover spulciare una serie di siti o controllare i risultati della ricerca su Google del proprio nome e del proprio brand (o almeno, non così tanto).

Ascolto solo quello che voglio

Una volta creata la watch list, va inserita nei tool di monitoraggio dei social media. Ci sono moltissime società che forniscono questo servizio, ma per capire appieno la materia sarebbe utile iniziare in autonomia:

The freeway: Il metodo più semplice è quello di seguire Chris Brogan’s advice on growing bigger ears, ma è anche un approccio molto manuale.

The toll road: Altri metodi includono l’utilizzo di servizi come Trackur, Radian6 o simili.
In sostanza quindi è buona norma iniziare con un approccio free e capire se implementare successivamente l’attività di monitoraggio avvalendosi di servizi paid.
Per le società più piccole sarà sufficiente utilizzare Google Reader. Se poi le informazioni diventano troppe e confuse, o la necessità diventa quella di  di avere più controllo sul monitoraggio allora si potrà investire su tool che supportano la gestione del monitoraggio.

E dopo che ho ascoltato?

Una volta raccolti i dati è il momento di passare all’azione, altrimenti i dati collezionati non rappresenterebbero altro che un mucchio di informazioni: che cosa ne facciamo?
Rispondiamo? Ignoriamo? Qual è l’iter da seguire per decidere come agire? David Armano affronta il tema  in questo articolo in cui spega il seguente Flow Chart (immagine originale):

cc Immagine di David Armano

Nel processo di analisi dei dati del monitoraggio è fortemente consigliato un sistematico tag e organizzazione dei contenuti che hanno rilevanza, per evitare di dimenticarsene e per avere a disposizione un archivio di informazioni facile da consultare per le ricerche.
Postare i contenuti trovati su Facebook, Twitter, sul blog della società o altri social media è il modo più semplice per trovare e condividere i contenuti ed intervenire nelle conversazioni con qualcosa di diverso rispetto all’autoreferenzialità.

Quanto presto è Adesso?

Tendiamo ad essere ossessionati dal sapere cosa stia succedendo hic et nunc e questa tensione al real-time applicata a quanto succede nel mercato di riferimento della società ha valore, ma non è l’unico valore che il social media monitoring può portare: il benefit più importante di una campagna di monitoring è l’archivio di informazioni che è in grado di fornire (specialmente quando si utilizza Google Reader)

La strada giusta è concepire la propria monitoring station come uno strumento di ricerca personalizzato dei contenuti rilevanti per la propria società: monitorando le keywords e i feed specificatamente rilevanti per la propria società e selezionati manualmente ed organizzando le tag ed i contenuti si darà vita al motore di ricerca più semplice, organizzato e targettizzato mai provato prima. E questo motore di ricerca si evolve proprio attorno al mondo della tua società e a tutte le sue componenti.

Parole chiave per il social media monitorino: semplicità, focus, organizzazione. Queste caratteristiche permetteranno alla società di ascoltare ciò che ha reale importanza ed ovviare al diffuso problema dell’overload informativo.

[Liberamente tratto da Social Media Monitoring Made simple]

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