5 Trends per i Social Media nel 2011

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Gli ultimi anni sono stati determinanti per definire importanti mutamenti nella comunicazione online, nelle sue regole e nei suoi limiti. I Social Media hanno giocato un ruolo chiave ridefinendo i toni, i modi ed i tempi della comunicazione. Le innovazioni relative alla geolocalizzazione, allo share e all’integrazione emozionale di diverse tipologie di mediatori simbolici hanno portato ad una diversa complessità emotiva sia rispetto alla fruizione dei contenuti sia rispetto alla loro creazione: mi riferisco all’approccio del nuovo consumatore, il prosumer.

Un interessante articolo di questa mattina si propone di definire 5 trends per i Social Media, e risponde a questa domanda:

Dove sono diretti i Social Media?


1) Attenzione ai contenuti del consumatore

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La prima domanda che i brand manager dovrebbero porsi è “Siamo presenti nelle conversazioni?”. Gli sforzi sui social media, nel 2011, saranno determinanti dato che le persone saranno sempre più attente e cureranno sempre di più i propri contenuti. I consumatori di oggi e di domani sono consapevoli del fatto che seguire alcuni brand su Twitter e su Facebook può portargli qualche offerta o coupon, ma spesso a costo di veder trasformate le proprie bacheche in centri commerciali, cosa che sta diventando opprimente.

Quello che sta succedendo su Facebook, oltretutto, è che i consumatori impediscono ai brand di postare sulla propria bacheca, usando le Liste di Amici per distinguere i veri amici dal resto, e commentando o condividendo solo quando i contenuti sono davvero interessanti. Su Twitter, una società chiamata Cadmus si propone di cambiare il modo in cui vediamo il nostro stream determinando quale contenuto è più rilevante per noi in base a come utilizziamo mediamente Twitter. Altri programmi, come Paper.li e Flipboard (per iPad), riguardano sempre Twitter, basandosi principalmente sulla popolarità dei contenuti e rendendo questi contenuti molto più user-friendly.

Per i brand questo significa che “creare contenuti” non sarà abbastanza – è necessario creare contenuti che vengono presi in considerazione dallo stream delle persone. Se il contenuto è veramente interessante e degno di essere condiviso verrà notato e guadagnerà il Mi Piace, genererà Commenti e Retweets, ed il brand ne beneficerà perchè si sarà legittimamente guadagnato la presenza nello stream delle persone. Se così non fosse, il brand dovrà avere una combinazione di esperti di ottimizzazione sui motori di ricerca, fans nei piani alti (tra gli influencers) e magari un po’ di cash per promuovere il proprio contenuto e portarlo sotto agli occhi degli utenti di Twitter.

2) Localizzazione di nicchia

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Il 2010 è stato l’anno della localizzazione, ma il 2011 sarà l’anno della localizzazione di nicchia. E’ vero che solo il 4% della popolazione di Internet sta usando servizi location based (LBS),  ma non c’è dubbio che Foursquare e Gowalla sono stati molto popolari sui media quest’anno. Nel 2011 i Location Based Services diventeranno più mirati in senso stretto, rendendo così le persone più disposte ad utilizzare quei servizi che danno uno specifico valore in cambio e che non trasmettono la sensazione tipica di un “grande fratello” che sta parlando a tutti.

Servizi come shopkick attirano quella categoria di shoppers che amano le occasioni – e che vogliono che la loro posizione sia conosciuta solo dal negozio in cui vogliono fare acquisti. Nuove piattaforme come Foodspotting hanno successo nella nicchia degli appassionati al cibo; la tecnologia di geolocalizzazione di  Xtify permetterà a tutta una serie di brand, come Playboy, di lanciare le applicazioni e targhettizzare l’esatta demografia esattamente nel luogo in cui si trova.

3) Gamification e Social Gaming

I giochi di Zynga

Una categoria di mediatori simbolici di più grande attrattiva nel 2010 è stata sicuramente quella dei Social Gaming e dei prodotti di infotainment. E’ stato l’anno di Zynga oltre che della geolocalizzazione, FarmVille e tutti gli altri Social Games hanno letteralmente influenzato il tempo libero delle persone da quando sono entrati su Facebook . Il Social Gaming nel 2011 avrà un’ulteriore impennata, dovuta al forte engagement che crea con l’utente e alle molteplici direzioni che può incorporare (entertainment, infotainment, product placement, share, dati personali…)

Negli anni a venire assisteremo ad una sempre maggiore integrazione dei brand con le esistenti piattaforme di gaming, così come sempre più brand creeranno le loro strutture di gaming proprietarie per l’avanzamento dei consumers in termini di status, coupons e omaggi.

4) QR Codes

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La forza dei QR codes risiede nel fatto di rendere interattivi e tracciabili quei media stampa e outdoor che tadizionalmente non sono tracciabili.

Nonostante i QR codes siano oggi visti come “cosa da geeks”, sono totalmente mainstream in Giappone e sono pronti a crescere esponenzialmente negli Stati Uniti, dato che il 51% degli americani andrà in giro con uno smartphone nel 2011.

5) Social Commerce

Pensiamo a questo trend come duplice: Group Buying e Facebook Commerce. In sostanza però questi due aspetti convergono: sono entrambi nuovi modi per influenzare la propria rete social per aiutarti a fare acquisti o condividere il bottino. Nel 2010, ci sono state un paio di startup che volevano che i loro consumers condividessero ogni acquisto effettuato con i loro amici (c’è davvero ancora qualcuno che parla di Blippy and Swipely?) – ma è abbastanza chiaro che la maggior parte delle persone non vogliono condividere con la loro vecchia fiamma, la loro mamma e i loro vicini di casa ogni prodotto farmaceutico acquistato.

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Comunque, con l’aggiunta di una componente “what’s in it for me” come con Groupon, o un componente “look at me I’m so cool” come con Facebook Commerce, ci sono molte più persone disposte a condividere i loro acquisti individuali (o tentati acquisti) attraverso le loro esistenti piattaforme social.

Il Social Commerce si sposa bene anche con il concetto del “fish where the fish are”, di cui si parla molto anche in relazione a Facebook: se ci sono quasi 600 milioni di potenziali customers su Facebook, perchè non provare a dargli qualcosa di diverso con il proprio brand a parte un coupon? Nel 2010, gli esperti di brand hanno notato una solida crescita nelle revenue dalla vendita di applicazioni mobile; il prossimo sarà l’anno del social commerce per i brand audaci abbastanza per provarci.

E voi siete d’accordo con le previsioni di Stephanie Schwab?

L’articolo in lingua originale è stato pubblicato qui.

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