27 Dicembre 2013
27 Dicembre 2013
A fine anno si fanno sempre le liste di buoni propositi per il successivo. Io voglio provare a fare una lista al contrario: quante volte vi è capitato quest’anno di vedere un post sulla vostra timeline di Facebook o Twitter o qualche altro social network e pensare “Sì, ma per favore basta non ne posso più”?
Di seguito una raccolta (dove si intende solo alcuni tra le centinaia) di trend che proprio mi farebbe piacere non rivedere più il prossimo anno. In ordine casuale:
E’ entrata come parola ufficiale del 2013 nel dizionario inglese, ma è soprattutto entrata nelle nostre vite più o meno come un carrarmato in un negozio di ceramica: fracassando tutto il fracassabile.
Sono tornate alla ribalta le “simpatiche” vignettine in cui ognuno può creare il suo avatar in versione fumetto e compiere varie azioni, dalle più normali alle più assurde, insieme agli avatar dei propri amici. Però ecco, trovarmi la TL intasata di fumetti che fanno cose inutili e/o didascalie che non c’entrano niente con la descrizione della vignetta, alla lunga, può stancare.
In spiaggia o in metropolitana, sul divano o nella vasca da bagno, sembra che le persone non facciano altro che fotografarsi gambe e piedi per poi postare le immagini sui social. Di nuovo, ci vuole moderazione, anche perché poi arrivano i geni e vi mettono i wurstel al posto delle gambe ottenendo lo stesso effetto.
Avete cavalcato il tormentone virale finché era un tormentone, e per carità avete fatto benissimo. Però, l’hanno fatto anche con Furby ormai, l’hanno usato negli spot televisivi, praticamente ovunque. Forse ha fatto il suo corso ed è il momento di metterlo da parte.
Per questa non serve spiegazione: #a #voi #farebbe #piacere #continuare #a #leggere #frasi #così?
Gli appelli disperati (oltre che sgrammaticati) per diffondere false notizie e disinformare i meno “immunizzati” sono molto dannosi per tutti, specialmente quando abboccano anche i giornali. Ricordate, le bufale sono buone per fare le mozzarelle, non per l’informazione.
Siamo partiti dalla lingua perennemente esposta, passati per i martelli utilizzati come lecca lecca e siamo arrivati al twerking: agitare il fondoschiena a ritmo di musica. Quando Jimmy Kimmel arriva a farne una parodia, significa che è diventato troppo mainstream per essere utile a qualcosa di pratico.
Concludendo, mi piacerebbe non vedere più sciacallaggi e polemiche fini a se stesse che vengono spacciate per azioni intelligenti: qualunque cosa possa fare notizia, e quindi traffico (dall’errore comunicativo alla catastrofe ambientale, dalla bravata del calciatore alla foto hot della soubrettina di turno), viene sfruttata, criticata e messa in mostra in tutti i modi possibili e immaginabili, tranne di solito quello corretto. Se proprio non potete evitare, almeno cercate di analizzare e dare un’interpretazione, in modo da offrire qualcosa di utile al pubblico.
Sono sicuro di averne lasciate fuori tante, tantissime, ma potete sempre aggiungerle voi nei commenti. Accomodatevi.
La vostra crescita parte da qui. Senza impegnarvi, senza bisogno di troppi dettagli. Ma iniziamo a conoscerci, o non scoprirete mai cosa Viralbeat può fare per voi. Scriveteci e vi ricontatteremo, pronti ad ascoltare. E a proporre.