Disoccupazione, lavoro, startup: l’agenda politica che non c’è

Secondo voi i politici parlano di disoccupazione? E di sharing economy?

Se diciamo #lasvoltabuona, #Enricostaisereno o #gattiniconsalvini saprete sicuramente a cosa ci stiamo riferendo: sono hashtag nati per mano di alcuni politici o che riguardavano da vicino i nostri leader.

Il marketing politico ha, infatti, fissato il suo più recente confine su Twitter. Tanti aspetti del social network di Dorsey piacciono ai politici di casa nostra: la velocità di diffusione del mezzo, il suo basso costo, la possibilità di bypassare il filtro giornalistico e arrivare direttamente al pubblico. Ma proviamo ad andare oltre: cosa resta al di là di un hashtag simpatico?

TWITTER CAPUT MUNDI – Se è vero che oggi Twitter è lo strumento principe della comunicazione politica, che tanto può incidere sulla reputation online di un politico, ci siamo chiesti quali sono gli argomenti delle decine di tweet che oggi si riversano nel nostro news feed. Di cosa parlano i nostri politici?

È chiaro a tutti come il presidio del nuovo mezzo, comporti un necessario adattarsi della forma di comunicazione. Sempre più frequenti e diversificate sono le campagne di comunicazione che nascono cinguettando, con l’obiettivo di costruire l’agenda giornalistica e conquistare il coinvolgimento dei propri simpatizzanti/elettori partendo dai 140 caratteri di un tweet.

In questo Beppe Grillo è stato precursore e ha fatto scuola, nonostante si è spesso dimostrato che abusare di questo tipo di strategie possa essere limitante (come illustra Michele di Salvo nell’analisi di #iononleggorepubblica). Abbiamo, dunque, scelto di monitorare alcuni degli argomenti più rilevanti dell’agenda giornalistica (e politica?) degli ultimi mesi.

 

DI COSA PARLANO I POLITICI? – Con un occhio al calendario parlamentare e all’attualità giornalistica in queste settimane è certamente rilevante, per l’elettorato italiano, la tematica del lavoro.

Approntando un piccolo esperimento empirico, abbiamo monitorato due temi: quello del lavoro e quello delle nuove forme produttive legate all’innovazione sociale ed economica. Questi due temi sono stati operativizzati attraverso alcuni hashtag ad hoc, ovvero #lavoro, #occupazione e #disoccupazione per il tema lavoro e #sharingeconomy, #startup, #societing, #coworking e #makers per le nuove forme economiche.

Questi argomenti sono stati scelti in quanto, a nostro giudizio, abbastanza complementari: da una parte infatti l’uscita dalla crisi può essere vista come il risultato di nuove politiche atte a rivitalizzare il mercato del lavoro, dall’altra però può anche essere immaginata come il risultato di scelte politiche coraggiose che guardano a forme economiche innovative ed alternative – tra l’altro già largamente diffuse nel tessuto sociale italiano e parte delle pratiche di vita quotidiana di molti cittadini.

VOTO IN PAGELLA ZERO VIRGOLA… –  Dal 9 Aprile 2015 al 27 Aprile 2015 abbiamo scaricato 111.103 tweet contenenti gli 8 hashtag sopra citati. In particolare i tweet legati agli hashtag afferenti al cluster ‘lavoro’ ammontano a 55.419, quelli relativi al cluster ‘innovazione’ a 55.684. Fatto ciò abbiamo mappato il posizionamento dei politici su tali hashtag. Di seguito i risultati.

Lavoro. Questo cluster di hashtag viene usato da 9.773 utenti singoli di cui 59 soggetti politici (0,6%), di questi solo 12 inviano una numero di tweet in qualche modo ‘significativo’, ovvero almeno 3.

 

Di cosa parlano i politici?

Potrebbe essere prevedibile la presenza in testa alla classifica di due account sindacali, che hanno necessariamente la tematica del lavoro al centro della loro comunicazione, stride invece l’assenza del resto dei rappresentanti politici, in modo trasversale agli schieramenti, considerando inoltre che nel periodo preso in esame era già aperta  la polemica giornalistica sugli effetti del JobAct e l’analisi dei dati di Istat e Ocse sui livelli occupazionali in Italia.

Il 29 aprile arriverà la notizia dell’incremento della disoccupazione, che polarizzerà l’agenda arrivando a diventare Trend Topic anche su Twitter. Con tutti le precauzioni “statistiche” del caso, il nostro focus sembra certificare la lontananza del discorso politico dal famoso “paese reale” e l’incapacità di leggere in anticipo le problematicità dell’elettorato di riferimento, costruendo il discorso politico quasi solo di riflesso all’agenda mediatica, evitando di dare uno sguardo profondo su questo tema.

#Disoccupazione

Fonte: TOPSY

 

Nuove forme economiche. Questo cluster di hashtag viene usato da 5.564 utenti singoli, di cui 18 soggetti politici (0,2%). Di questi 18, poi, solo 2 twittano un numero significativo di volte, ovvero almeno 3.

Di seguito mostriamo l’elenco degli account Twitter, ricomprendendo anche i soggetti politici che twittano almeno 2 volte.

di cosa parlano i politici?

Nello specifico la Regione Lombardia (@LombardiaOnLine) è molto presente rispetto agli altri account del nostro database grazie a 16 tweet legati all’hashtag #startup. Tutti i tweet sono legati ad una circostanza eccezionale, un bando di concorso nell’ambito di Expo 2015 (es: Premiazione 24 vincitori Bando #Startup per #Expo2015 #VivaiodelleIdee, 20/4 ore 10.30 Pal. Lombardia/Mi, partecipa! http://t.co/9thUtdGr5c – 17/04/2015). Il Comune di Milano (@ComuneMI) che twitta 5 volte usando l’hashtag #sharingeconomy. Tutti tweet risalgono al 22 aprile e anche in questo caso sono conseguenza di un evento specifico. (Sono 42 gli operatori e 33 gli esperti che hanno risposto alla chiamata del Comune sui temi della #sharingeconomy @cristajani #MilanoIN ).

Anche sul fronte innovazione economica il quadro non migliora, sono soprattutto i soggetti collettivi ed istituzionali a presidiare questi temi, mentre ancora una volta i soggetti politici individuali risultano, in buona sostanza, marginali.

 

Metodologia

Dal 9 Aprile 2015 al 27 aprile 2015 sono stati scaricati 111.103 tweet, così distribuiti su 8 hashtag: #lavoro (53.532), #occupazione (958), #disoccupazione (929), #startup (27.799), #societing (24.872), #sharingeconomy (1.195), #coworking (1.018), #makers (800). Dal suddetto flusso di tweet sono state estratte le liste degli utenti che, durante il periodo di rilevazione, hanno twittato usando gli 8 hashtag in questione. Queste liste sono state poi confrontate e matchate con una lista di politici/entità politiche costruita in precedenza (vedi i nostri precedenti post:  “Chi sono i politici più twittati?”e “Chi sono i politici più amati su Twitter?”)

L’operativizzazione del tema lavoro tramite gli hahstag #lavoro, #occupazione, #disoccupazione è stata arbitraria, in coerenza con i temi di maggior rilevanza giornalistica del periodo. L’operativizzazione del tema innovazione socio-economica tramite gli hashtag #startup, #societing, #sharingeconomy, #coworking, #makers è stata invece più sistematica. Tali hashtag sono infatti quelli con le occorrenze maggiori all’interno del nostro database specificamente dedicato alla raccolta di tweet legati al tema della social innovation.

 

Concludendo

La proposta politica da veicolare ai potenziali elettori non sembra avere a cuore questi temi. Passo dopo passo scopriamo come, anche su Twitter, la politica italiana non guarisce da una certa “autoreferenzialità” che aumenta la distanza con i cittadini, nonostante le grandi possibilità di penetrazione e il potenziale informativo offerto dai social media. Insomma, l’abito non fa il monaco, neanche con 140 caratteri. Siete d’accordo?

 

Articolo scritto in collaborazione con Andrea Vecchione (@andrevecchione)

 

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